Nella Nebbia di Milano di Bruno Munari

#02
Nella Nebbia di Milano

Storia illustrata di una giornata Milanese

 

 

 

Un vero esempio di ricerca, comunicazione e design

Introduzione

Ci sono libri, volumi, enciclopedie e mag che costituiscono le colonne portanti della storia della letteratura e dell’editoria moderna. Cosiccome per ogni argomento, e soprattuto per ogni epoca, ci sono stati grandissimi autori che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della carta stampata (e non solo). Questo mese, Dallo Scaffale seleziona il libro d’illustrazione di uno dei più grandi designer di sempre: “Nella nebbia di Milano” di Bruno Munari.

Bruno Munari è stato senza alcun dubbio una delle figure più importanti ed influenti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo. Tantissimi libri, opere e progetti realizzati in novant’anni di vita, hanno accompagnato una carriera di successi e riconoscimenti. Dall’essersi aggiudicato per ben 3 volte il premio Compasso d’Oro, fino a diventare una figura di riferimento per le sue idee e i suoi metodi, ancora oggi utilizzati e studiati da tantissimi professionisti nel mondo del design e della comunicazione. Fra i suoi tantissimi lavori ed esperienze, spicca senza alcun dubbio il suo contributo professionale nel mondo della comunicazione per l’infanzia. Qui impiegando il design e i suoi elementi collaterali, Munari sperimenta tecniche di insegnamento ed apprendimento per i bambini. “Nella nebbia di Milano” è forse uno degli esempi più concreti della filosofia di questo grandissimo maestro.

Il libro

Pubblicato nel 1968, “Nella Nebbia di Milano” racconta il passare del tempo in una giornata grigia del capoluogo Lombardo. Le pagine del racconto prendono vita attraverso forme di colore nero, delle illustrazioni geometriche e stilizzate. Una giornata “tipica” per la grande metropoli del Nord. Infatti durante quegli anni, Milano stava attraversando un fiorente periodo di sviluppo economico. Le macchine, i tram e le moto sfrecciavano nel grigiore della nebbia, mettendo a contrasto la monotonia della vita quotidiana, a quella vivace e coloratissima del circo. Nonostante si parli di un’opera per bambini, ancora oggi dopo più di 50 anni, questo libro continua ad interessare e coinvolgere il suo lettore. Attraverso l’ingegnoso impiego di carte colorate, fustellate e disegnate, Munari immerge il lettore in un percorso fatto di immagini e suggestioni evocative. L’introduzione del libro pone subito l’attenzione sul concetto di contrasto. Munari confronta l’estate, dove il sole illumina ogni cosa e la sabbia scotta sotto i piedi, con l’inverno (periodo in cui si svolge la storia del libro) dove la natura dorme e sogna facendo comparire la nebbia. In città le luci rosse, verdi e gialle dei semafori colorano le vaste masse di nebbia scomparendo piano piano con i segnali stradali, creando un’atmosfera irreale.

Titolo: Nella Nebbia di Milano Autore: Bruno Munari Lingua: Italiano Casa editrice: Emme Edizioni / Zanichelli Edizione: II° 1968 Copertina: Rigida Artwork: Bruno Munari Stampa:Lucini, Italia Dimensioni: 21,5 x 21,5

Bruno Munari è stato “uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo”, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco. Figura leonardesca tra le più importanti del novecento italiano. Assieme allo spaziale Lucio Fontana, Bruno Munari il perfettissimo domina la scena milanese degli anni cinquanta-sessanta; sono gli anni del boom economico in cui nasce la figura dell’artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra.

Vicino alla fermata del bus i colori del “Grand Circo” spazzano via la nebbia

Un uccello vola tra la nebbia, in lontananza la luce verde di un semaforo si fa sempre più intensa, fino al sopraggiungere dell’autobus numero 41 pieno di persone, che mescola la nebbia fra i vari quartieri. Anche i gatti vanno a passo d’uomo, mentre un auto sportiva morde i freni sotto le luci di un altro semaforo verde. Un cartellone pubblicitario su una struttura di ferro recita a chiare lettere: “BEVETE, MANGIATE, SPENDETE”, mentre l’acqua di una fontana scorre lentamente nel secchio di un bambino; si sente il rumore di una moto. Si intravedono altri cartelli con su scritto: “CONSUMATE, CONSUMATE”, ma la nebbia diventa sempre più colorata, man mano che ci si avvicina alle luci gialle e rosse del circo. Vicino alla fermata del bus i colori del “Grand Circo” spazzano via la nebbia, dentro il tendone echeggiano le prove generali delle esibizioni. Mentre qualcuno suona un grandissimo corno a fiato, il pagliaccio dondola sull’altalena e sotto di lui, un uomo muscolosissimo si esercita con dei pesantissimi bilancieri. Tutto è possibile. Un uomo in sella “al contrario“ della sua bicicletta è in equilibrio sul dorso di una tartaruga, mentre i giocolieri si esercitano con sfere grandi quanto le loro teste. Anche gli animali aspettano il proprio turno dentro le gabbie e gli acquari, mentre una formica molto feroce passa vicino ad un ignaro leone. C’è una stanza rossa, dove un indiano di Gallarate gioca con un bambino, suo zio. Cercano di fare centro con una freccia, mirano ad una mosca che viene da Hong Kong, chissà se centreranno il bersaglio. Chissà per quanto ancora quella foca riuscirà a tenere in equilibrio l’ampolla col pesce rosso sopra l’altra pallina. Intanto la mosca di Hong Kong è volata nella stanza degli strumenti musicali, tra tamburi, chitarre e clarinetti. Ci dirigiamo verso casa accompagnati da qualcuno che suona un trombone. Fuori dal Circo torna il grigiore della nebbia, dove i colori tornano spenti e monotoni, anche attraversando un parco fra alberi altissimi, piante e cespugli. “Vieni qui Fido!, non scappare..” dice il padrone al propio cane che si stava già perdendo nella nebbia più fitta. Qualcuno intanto pulisce il parco dalle foglie cadute ed un uccello dal becco lungo ci osserva mentre ci allontaniamo.

Qui si torna a casa. Dopo avere sfogliato pagine di carta lucida e colorata, piene di illustrazioni, messaggi e suoni.

Conclusione

Tutto questo rimane indelebile nella mente del lettore, che non vede l’ora di ricominciare da capo il tragitto verso i colori del circo. Questo come tanti altri libri illustrati di Munari, costituisce un vero esempio di ricerca, comunicazione, design, semplicità e concretezza. Con pochissime pagine ed illustrazioni si entra fisicamente dentro il racconto. Non è solo una storia da immaginare. Sfogliando ogni pagina, toccando i lucidi e gli intagli, si è immersi attivamente nel racconto, come se le nostre mani fossero i passi del protagonista nella storia, che pagina dopo pagina scopre nuovi colori, suoni ed immagini. Un protagonista che cambia sempre, perché il lettore è il protagonista.
“Nella nebbia di Milano“ mette in primo piano l’importanza della comunicazione, della grafica e della carta come materiale “sensoriale” per l’apprendimento dei bambini che iniziano a scoprire il mondo e le sue forme. Forse il fatto che questo libro sia stato concepito per i più piccoli, ogni tanto ti costringe a doverlo prendere dalla libreria, sfogliarlo pagina dopo pagina, e immergerti per qualche minuto in una storia magica, che incanta ancora dopo 50 anni… Sarà che rimaniamo sempre bambini, ma questo libro è davvero speciale.

 

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