Tante storie per giocare di Gianni Rodari

#09
Tante storie per giocare

Racconti senza finale

 

 

 

Come può un racconto per bambini non avere un finale? Perché? Come mai?

Titolo: Tante storie per giocare Autore: Gianni Rodari Lingua: Italiano Edizione: I° 1971 Illustrazioni: Paola Copertina: Rigida Casa Editrice: Editori Riuniti Dimensione: 27,5×21

Giovanni Francesco Rodari, detto Gianni è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano. È l’unico scrittore italiano ad aver vinto il Premio Hans Christian Andersen (1970).

Introduzione

Chiunque segua questa rubrica e quella di “Weird Stuff”, avrà di certo capito come spesso i libri, le storie e gli oggetti che finiscono sotto la lente di ingrandimento, abbiano a che fare con il mondo dei più piccoli. In particolare con la comunicazione grafica applicata all’infanzia.

La complessità e l’importanza del lavoro svolto da progettisti e insegnanti è, a parer mio, fra i più importanti e decisivi della nostra società. Sono entrambi ruoli che costituiscono un anello di congiunzione tra presente e futuro. Un presente e un futuro fatti di fantasia e creatività, dove troviamo anche tantissimi interrogativi, quesiti, perché e come mai.

Le domande ed i dubbi infatti sono strumenti necessari per la crescita e lo sviluppo della logica e dei sensi, sopratutto per i più piccoli. Quindi quale migliore modo per mettere in moto questa fantastica macchina chiamata curiosità, se non quello di scrivere un libro pieno di storie senza finale?
Come può un racconto per bambini non avere un finale? Perché? Come mai?

Ogni storia ha quindi 3 finali, i quali differiscono per assenza di senso logico o per morale e giusti principi

IL LIBRO

Gianni Rodari è stato un giornalista, scrittore e pedagogista tra i più influenti di sempre nella letteratura per l’infanzia. Dopo anni trascorsi come giornalista ed inviato per Paese Sera, Rai e BBC, nel 1968 su offerta di Giuli Einaudi Editore, inizia un ciclo di pubblicazioni dedicate al mondo dell’infanzia, che lo porteranno nel 1970 a ricevere il riconoscimento mondiale per la letteratura d’infanzia, il Premio Hans Christian Andersen. A tutt’oggi, è l’unico italiano ad aver ricevuto tale onorificenza.

In seguito, insieme alla storica casa editrice “Editori Riuniti”, iniziò un ciclo di pubblicazioni tra cui troviamo questo volume: “Tante storie per giocare”.

A Gianni Rodari non piacevano le regole dettate senza motivazione E che una storia fosse obbligata ad avere uno e un solo finale, gli sembrava una regola da mettere alla prova, per vedere se fosse buona o no. Così scrisse 20 storie fantastiche e bizzarre senza finale. O meglio, non senza finale, ma con finale aperto. Questi racconti originariamente scritti per un programma radiofonico, nel 1971 trovarono il loro posto sulla carta stampata, insieme alle illustrazioni di Paola, la figlia di Rodari.

Le “istruzioni per l’uso” riportano quanto segue:

Queste storie si pubblicano per gentile concessione della RAI – Radiotelevisione italiana. Difatti esse sono nate per una trasmissione radiofonica che s’intitolava, appunto, « Tante storie per giocare », ed è andata in onda nel 1969-10. Le stesse storie sono poi apparse nel « Corriere dei piccoli ». Ogni storia ha tre finali a scelta. In fondo al volume l’autore ha indicato i finali che preferisce. Le illustrazioni fanno parte del gioco, perché suggeriscono altre conclusioni. In fondo al volume sono elencate anche le proposte di Paola, a chiarimento dei disegni. Il lettore legge, guarda, riflette se non trova un finale di suo gusto può inventarlo, scriverlo o disegnarlo egli stesso. Buon divertimento.

Le storie si alternano fra personaggi fantastici e situazioni più comuni, il tutto interpretato dai disegni a colori ed in bianco e nero della piccola Paola (oggi autrice e redattrice per la comunicazione scientifica). Ogni storia ha quindi 3 finali, i quali differiscono per assenza di senso logico o per morale e giusti principi. Un’educazione irriverente e a tratti molto sottile, dove si cerca di reinterpretare gli avvenimenti della vita tramite storie e personaggi d’immaginazione. Il finale aperto lascia infatti la libertà di scelta (valore e/o diritto per niente scontato) aprendo quindi un confronto tra il lettore ed il bambino. Nel caso in cui ci siano delle indecisioni, Rodari propone il suo finale migliore o ne approfitta per stimolare l’indagine del lettore con qualche domanda.

Ecco i titoli delle storie:

Il tamburino magico, Pinocchio il furbo, Quei poveri fantasmi, Il cane che non sapeva abbaiare, La casa nel deserto, Il pifferaio e le automobili, Il giro della città, Quando piovvero dei cappelli a Milano, Allarme nel presepio, Il dottor Terribilis, Voci di notte, Mago Girò, L’avventura di Rinaldo, L’anello del pastore, Taxi per le stelle, La malattia di Tino, Avventura con il televisore, La grande carota, Canto lire in tasca, Il gatto viaggiatore

CONCLUSIONE

Quindi se sei arrivato fin qui, dati i trascorsi delle precedenti puntate di “Sullo Scaffale”, avrai capito che il mix di semplicità, fantasia, educazione sociale, tecnica e comunicazione grafica unite ad un pizzico di irriverenza, sono la ricetta segreta per la pozione magica di Panoramix. Ma soprattutto come spesso accade quando ci si imbatte nelle pubblicazioni per l’infanzia, ci si rende conto che i numeri 8+ 7+ 3+ sono soltanto dei numeri, perché per pubblicazioni come questa la dicitura più giusta sarebbe: adatto a tutte le età.

Ps.: Il libro oggi viene ancora ristampato da Einaudi e qualche anno fa ancora da Editori Riuniti. Negli anni si sono aggiunti vari illustratori che hanno contribuito ad arricchire i racconti con la loro reinterpretazioni, come: Bruno Munari, Ysia, Per, Maria Sole Macchia, A.L. Cantone e molti altri. Le edizioni con le illustrazioni di Paola sono la I 1971/1972 la II 1973/1974 e l’edizione del 1984.

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