Quanto costa un sito web?

Quanto costa un sito web?

 

 

 

 

Attenzione perché qui il rischio di farsi male è davvero altissimo. Quindi parto mettendo le mani avanti e dichiarando apertamente che:

A) in questo articolo non troverete nessun listino;
B) in questo articolo non troverete verità assolute, ma solo argomentazioni strutturatesi negli anni e in base alle nostre esperienze;

I siti web non si vendono ad un prezzo al chilo.

Adesso che siamo rimasti in 3 (io, te e Google) possiamo cercare di capire quanto costa un sito web. Il primo punto imprescindibile è il seguente: i siti web non si vendono ad un prezzo al chilo.

Hai mai sentito un web designer o uno sviluppatore dire: “Ho fatto un paio di pagine in più! Che fo, lascio?” Ammetto che sarebbe divertente, ma sicuramente no, non lo hai mai sentito. Posso dirti però che io ho sentito spesso questo: “Quanto costa un sito web? E un sitino base? Una paginina sola?” Potrei andare avanti per ore, in quanto regina della polemica, ma eviterò perché è appena passata la Pasqua e mi sento leggermente più rilassata. N.B. leggermente.

Dicevamo: un sito non ha un prezzo al kg. Non ha un prezzo fisso, ma variabile, ed è influenzato da diversi fattori. Potete chiedere un preventivo per lo stesso sito a 3, 7, 15 professionisti diversi e il sito potrà costare 500, 3.000 o 25.000. Mi riallaccio all’articolo scorso e al concetto di valore e finalità del sito. “Se ti presenti da un professionista chiedendo un sitino base, non spenderai meno, riceverai solo meno valore: se tu in prima persona sminuisci il tuo bisogno, riceverai un prodotto al di sotto delle tue necessità.” (Vale la pena avere un sito web nel 2020? – leggi l’articolo completo qui)

www.fustelgrafica.it

Dal 1966 Fustelgrafica offre servizi di stampa e arti grafiche, negli anni si sono specializzati nella stampa di etichette. Avevano un sito web che non rispecchiava in alcun modo né i loro valori né il loro potenziale. Al contrario avevano un business ben organizzato e strutturato, pronto a scalare. Praticamente una Ferrari ferma ai blocchi di partenza.

Abbiamo progettato la loro identità digitale partendo dai punti di forza della loro realtà, esaltandoli con contenuti utili creati ad hoc. Il risultato? Pubblicato online a gennaio 2019, il nuovo sito web ha permesso all’azienda di: acquisire nuovi clienti importanti, raddoppiare il fatturato e investire in nuovi macchinari per la crescita aziendale.

Scopri il progetto – Fustelgrafica

Se un sito web rappresenta solo un costo, non farlo perché genererà solo spese, anziché profitti. Il rischio è sempre lo stesso: acquistare un servizio che costa poco e che vale poco. Attenzione: lunge da me sostenere che un sito che costa molto sia automaticamente un servizio/prodotto di valore.

Un buon sito web deve essere un investimento finalizzato a generare risorse a breve e lungo termine. Perciò non preoccupiamoci solo di quanto costa un sito web. Cominciamo a parlare anche di valore. Un sito web performante che porta contatti e conversioni è, di fatto, uno strumento di marketing di grande valore per il tuo business. Preoccupiamoci se la spesa che andremo a sostenere per la realizzazione di un sito è compatibile con il nostro progetto di business. I conti vanno fatti prima, per capire se un investimento ha senso o meno.

Fatta questa premessa, possiamo individuare quali sono i fattori che più incidono sul costo di un sito web, almeno per quello che ci riguarda come studio.

Un prodotto che costa poco, vale poco.

Valutare la tipologia del progetto

Per capire quanto costa un sito web, partiremo dal brief e dall’individuazione delle difficoltà, delle tempistiche e delle necessità del progetto. Una volta compiuta un’analisi preliminare del progetto, si può iniziare a buttare giù le basi per un preventivo.

Non è detto che il cliente sappia cosa gli serve: i miei preferiti sono quelli che arrivano, ti spiegano in cosa consiste il loro business, i loro plus e poi ti chiedono: “Quale soluzione ci proponete?” E dovrebbe sempre funzionare così. Quello che cerchiamo di stabilire sempre con i clienti è un rapporto paritario di partnership, non di subordinazione. Tu hai bisogno del mio aiuto, io ho bisogno che tu mi aiuti ad aiutarti: la riuscita del mio lavoro dipende dalla nostra intesa, senza la tua piena collaborazione io non potrò fare niente, o meglio, potrò fare qualcosa di arrangiato, non costruito su misura e che quindi non performerà. In questo caso perdiamo in due: il cliente perde il suo investimento e io credibilità come professionista.

Per prima cosa dobbiamo definire la piattaforma di cui abbiamo bisogno: landing page (una singola pagina), sito web più o meno complesso o e-commerce. In base alla tipologia individuata, occorrerà acquistare dei servizi server più o meno performanti e di conseguenza più o meno costosi. Per i servizi hosting standard che utilizziamo siamo su un range che va dalle 50 alle 100€ all’anno. Se invece occorre il setup di un server dedicato si parla di totalmente altre cifre – possiamo considerare il precedente range con cadenza mensile.

Battezzato il costo della parte tecnica, procediamo con la stesura del preventivo. C’è chi la basa sul numero di sezioni richieste dal cliente, ma in generale preferiamo parlare degli obiettivi dell’investimento e successivamente essere noi a proporre una struttura che funzioni per il progetto.
Tra le tante domande che facciamo, ci capita spesso di farne una su un argomento taboo: il budget a disposizione. Le persone non amano rivelare (perché di un segreto si parla) il loro budget.
– Voglio andare sulla luna, entro domani ma non posso dirti (ndr non voglio) se per arrivarci ho il Millennium Falcon o un monopattino – analogico ovviamente. In questi casi l’unica risposta corretta sarebbe: “E da me che voi, al massimo te posso canta’ na canzone”.

Diciamo sempre ai clienti che si può fare tutto o quasi, basta conoscere i mezzi che abbiamo a disposizione. Sicuramente non si può pretendere che io faccia il mio lavoro e porti a casa il risultato se non ho le risposte alle mie domande. Allo stesso modo non si può fare un progetto che sia contemporaneamente bello, pronto entro domani e che costi poco. A tale proposito, provate a cliccare su tutti e 3 i cursori del box interattivo qui sotto: potete divertirvi ad approfondire e assorbire questo concetto.

Ottimizzazione SEO, numero e tipologia di lingue

L’ottimizzazione SEO non è un’opzione se vogliamo avere un sito web. Per quello che ci riguarda, è davvero raro che un progetto vada online senza essere ottimizzato per il posizionamento su Google. E non parliamo di investire grandi somme in Adwords, ma dell’ottimizzazione tecnica della struttura, e quella semantica dei contenuti. I testi che usiamo online devono sì essere emozionali e coinvolgenti, ma devono anche seguire delle regole di formattazione e delle keywords ben precise per sfruttare l’algoritmo di Google.

Un altro fattore da tenere di conto è il numero di lingue in cui dovrà essere declinato un sito. Questo è un elemento di fondamentale importanza, soprattutto per la configurazione dei servizi dominio e hosting, il posizionamento e l’ottimizzazione SEO. Nulla vieta integrare delle lingue in un secondo momento, ma sapere fin da subito in quante lingue sarà declinato il vostro sito, ci permette di studiare subito il setup giusto per le vostre esigenze. Infine non dimenticate la tipologia di lingua: se il vostro sito dovrà essere declinato in lingue che seguono un alfabeto diverso da quello europeo, come per esempio il russo, l’arabo o il cinese, sicuramente questo costituirà una difficoltà in più per il vostro fornitore e quindi vi costerà di più.

Integrazione di sistemi personalizzati
Se l’esigenza del cliente è quella di integrare o sviluppare sistemi di prenotazione, gestionali o raccolta dati sensibili, occorrerà realizzare un’analisi (ovviamente retribuita) sulle soluzioni possibili, valutandone pro e contro. Ricordatevi che il cliente va informato e in nella maggior parte dei casi va formato. Soprattutto se si parla di e-commerce. In tal caso occorrerà assicurarsi che il cliente sia preparato a sostenere il progetto. Spesso le persone commettono l’errore di sottovalutare le risorse necessarie alla manutenzione e conduzione di uno shop online. Aprire un e-commerce è come aprire un’azienda. Perciò prima di fare un salto nel vuoto, ponetevi delle domande e lavorate per trovare soluzioni e risposte: “Ho capitale da investire? Quanto margine ho sui miei prodotti? Con quale frequenza i clienti acquistano i miei prodotti? Come gestisco la logistica? E la customer care?”

Aprire un e-commerce è come aprire un’azienda.

Quindi, in conclusione, spero abbiate capito perché noi (in realtà qualsiasi professionista che si reputi tale) non sappiamo e non possiamo dirvi quanto costa un sito web nell’immediato. Il consiglio che possiamo dare ai clienti è quello di non credere ai miracoli, di pretendere che un professionista sia capace di giustificare le proprie scelte, di conoscere quali sono gli aspetti fondamentali del proprio business, come organizzarlo, gestirlo e solo in seguito scalarlo.

Per i professionisti invece, consiglio di investire tempo nello spiegare quali sono i rischi a cui il cliente va incontro e quali le scelte migliori per la sua crescita. Spiegate, spiegate, spiegate. Date prova delle vostre competenze, aiutatelo ad essere consapevole. Il cliente consapevole è il miglior cliente a cui si possa aspirare.

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